Il Symposium sul Daimon si è svolto a Vienna, il 20 settembre scorso, e ha riscosso un vivace interessamento nel mondo della letteratura, della religione, dello psicodramma moreniano.
Ospitati cordialmente dalla Società Austriaca della letteratura, i relatori ci hanno sapientemente condotto nel contesto in cui si sviluppò questo progetto editoriale.
Daimon è una parola di origine greca recepita da JL Moreno come titolo per questa rivista per la prima volta pubblicata cento anni fa. Una rivista rivoluzionaria che voleva riunire contributi intellettuali innovativi dopo l’esperienza terribile della prima guerra mondiale. Il disorientamento che conseguì alle sofferenze e alla distruzione comportò l’esigenza di opporre pensieri nuovi e rigeneranti che facessero germinare una nuova società basata sull’incontro autentico tra le persone. La rivista Daimon espresse l’accorato appello delle avanguardie culturali di quel periodo e le spinse a riunirsi intorno a J.L. Moreno che ne fu impegnato promotore.
Dopo il saluto di benvenuto del direttore Manfred Müller e del nostro presidente Marco Greco, la coinvolgente prolusione di René Marineau ha aperto l'incontro. La prospettiva "austriaca" offerta da Michael Wieser, la socializzazione dell’arte poetica e le forme e i temi della lirica scandagliati rispettivamente da Murray J. Hall e Johann Sonnleitner, il focus sulle strategie estetiche dei temi esoterici e religiosi prospettato da Kira Kaufmann ci hanno esplicitato la forza prepotente dell’abbinamento “letteratura + vita” posto sotto il primato della spontaneità.
Una sorprendente “religione letteraria” scaldò gli animi di quell’ entourage che si rivolgeva all’umanità tutta, con l’esortazione a liberarsi dai ceppi materialistici in una visione dinamica della vita volta all’amore universale. Quanti spunti di riflessione per l’analisi storica di ieri e di oggi…