JAKOB L. MORENO (1889-1974)
Che cosa c'è da dire su J.L. Moreno? Che nacque a Bucarest, in Romania, anche se affermava di essere nato su una nave che stava attraversando il mar Nero? Che era il maggiore di sei figli? Che visse in Romania fino ai 5 anni, quando la famiglia si trasferì a Vienna? Che frequentò qui le scuole sino all'inizio dell'adolescenza, allorché i suoi genitori di nuovo traslocarono, spostandosi in germania; da dove, però, non riuscendo ad inserirsi, ritornarono ben presto a Vienna? Che neppure egli fu capace di adattarsi alla cultura e alla scuola tedesche, al punto da essere spinto - all'età di 13 anni - a tornare da solo a Vienna, precedendo i suoi genitori e guadagnandosi da vivere come precettore?
Tutti questi sono episodi, ma quanto importanti? Egli frequentò l'università - dapprima come studente di filosofia, poi di Medicina - laureandosi nel 1917. Titolare della cattreda di neuropsichiatria era allora il dottor Wagner von Jauregg, vincitore del Premio Nobel per i suoi contributi alla terapia della malaria. Moreno fu notato dal dottor Otto Pozl, direttore della clinica, che ben presto gli conferì un incarico di assistente. Dopo la laurea egli occupò una posizione buona ed insolita per un ebreo nell'Austria di quei giorni: quella di Ufficiale Sanitario a Vöslau, una cittadina termale nei dintorni di Vienna, situata in una zona coltivata a vigneti. Questa cittadina era ben conosciuta perché vi sorgeva uno dei più grandi cotonifici d'Austria (Kammgarnfabrik), del quale Moreno diveniva direttore sanitario. In questi luoghi egli lasciò un affettuoso ricordo, come potemmo costatare durante una nostra visita improvvisata a Voslau nel 1959 - 34 anni dopo che l'aveva lasciata - quando fu riconosciuto e salutato sulla piazza principale da una vecchietta tutta vestita di nero, uno di quei tipi che si incontrano in EUropa. Ella si avvicinò a lui, gli strinse la mano e gli disse (34 anni dopo!): "Caro dottore". Lo stesso caldo riconoscimento egli ebbe nel 1969, quando fu onorato dalle autorità di Voslau in una simpatica cerimonia, allorché una targa fu apposta sulla casa in cui aveva abitato durante la sua permanenza in quella città, dove aveva avuto l'ispirazione ed aveva scritto "Das Testament des Vaters" (pubblicato poi in lingua inglese col titolo "The Words of the Father"), aveva concepito e sviluppato le idee fondamentali sulla spontaneità-creatività, aveva iniziato il Teatro della Spontaneità, aveva dato alle stampe il libro "Das Stegreiftheater" (Il teatro della spontaneità) ed aveva cominciato a guardarsi intorno per vedere se rimanere in Austria oppure no.
Si recò negli Stati Uniti nel 1925, spinto soltanto dal sentore di un imminente deterioramento della situazione sociale e politica europea, mentre sapeva di aver bisogno di un terreno adatto in cui piantare i semi delle sue idee. L'Europa non era più quella in cui era cresciuto. L'instabilità politica ed il fascismo crescente erano caratteristiche di ogni giorno. Egli guardò ad Est e ad Ovest, e scelse quest'ultimo: seppe di aver scelto saggiamente, perché idee come le sue non avrebbero mai potuto mettere radici in quel luogo che molti allora credevano sarebbe divenuto il paese del futuro, la Russia Sovietica. Là, probabilmente sarebbe stato sterminato insieme a molti altri. Pochi sanno che egli non andò negli Stati Uniti come medico, ma come fisico, in conseguenza di una sua invenzione chiamata "radio film". Si trattava di un disco fatto di acciaio estremamente sottile, che poteva essere collegato alla radio per registrare programmi di propria scelta. Moreno si stancò di questo progetto e, una volta soddisfatti gli impegni assunti, ritornò stabilmente a New York, dove chiese ed ottenne l'abilitazione alla pratica medica in quello Stato e da quel momento si dedicò soltanto ai suoi pazienti e alle sue idee. Era l'anno 1927. Da allora sino alla morte egli sviluppò il suo metodo, consistente di tre settori principali: la psicoterapia di gruppo, la sociometri, lo psicodramma.
Prima di iniziare ad occuparsi del Teatro della Spontaneità - mentre era ancora a Vienna - egli aveva raccolto attorno a sé gli intellettuali di allora, che rappresentavano un'avanguardia (è da notare che Moreno non ricostituì mai più un gruppo di quel genere negli Stati Uniti). Aveva curato e pubblicato una rivista, "Daimon", che aveva posto all'attenzione del pubblico un gran numero di giovani scrittori, fra cui Jakob Wasserman, Martin Buber ed Albert Einstein. Aveva messo anche a punto la sua idea dell'Io-Dio e l'aveva elaborata nel "Das Testament des Vaters", si era soffermato ad approfondire la relazione delll'uomo col suo creatore ed anche con la sua propria creatività, aveva scritto un certo numero di dialoghi con Dio(più tardi Martin Buber dovette ammettere che questi furono una fonte che ispirò il suo "Ich and Du"). I suoi lavori in lingua tedesca erano stati pubblicati anonimi, dato che egli eraconvinto che la creatività fosse una categoria anonima, che il "nome" fosse una forma di capitale mai scoperta da Marx. Il fatto di aver pubblicato i suoi scritti coperto dall'anonimato ha avuto dei vantaggi notevoli: nessuno dei suoi libri fu distrutto dai nazisti. L'autore non era identificabile ed i libri si salvarono dal rogo culturale. Negli Stati Uniti egli allacciò relazioni più durature all'esterno dell'ambiente psichiatrico che all'interno di esso. Lavorò per alcuni anni in ambienti teatrali, nel Teatro dell'Improvvisazione, pubblicò la rivista "Impromptu", tenne regolarmente delle sedute alla Carnegie Hall. Fu per breve tempo in stretta relazione col Teatro Civico Stabile, diretto da Eva Le Gallienne, ed anche con attori apprezzati per la loro spontaneità come John Garfield, Burgess Meredith, Howard da Silva; incontrò gli Adlers, i Kazan, ecc. Egli costituì un problema per l'ambiente psichiatrico; i suoi punti di vista sull'uomo e le sue relazioni interpersonali erano in netto contrasto con tutto quello che allora veniva insegnato. Egli rappresentava proprio una contraddizione, era troppo difficile accettarlo come persona: era un anticonformista, un solitario, un leader narcisistico, carismatico ma distaccato, gregario ma selettivo, amabile ma eccentrico, odioso e attraente insieme. Egli non avrebbe aderito ai partiti politici potenti. Ciononostante trovò una figura paterna e protettiva in William Alansoe White, quando questi era presidente della Associazione Americana di Psichiatria e, più tardi, sovrintendente del St. Elisabeths Hospital di Washington, D.C. White lo sostenne, scrisse l'introduzione al suo libro "Who Shall Survive?" e rese possibile la costruzione del Teatro di Psicodramma a Washington, realizzando lo stesso disegno del teatro costruito da Moreno a Beacon (New York) nel 1936.
Alla fine degli anni trenta operatori dell'ospedale St. Elisabeths andarono a Beacon per vedere Moreno al lavoro: ciò diede allo psicodramma una posizione sicura all'interno di quell'ospedale. Val la pena di ricordare che proprio allora Harry Stack Sullivan lavorava là come medico. C'era come una rivalità fraterna fra lui e Moreno, e una riflessione sui loro lavori mostra alcuni interessanti paralleli, anche se Moreno costruì una sua propria base filosofica, mentre Sullivan rimase ancora all'interno di quella ufficiale.
Nel 1936 Moreno aprì la sua clinica psichiatrica privata a Beacon (dove opererà per 30 anni). L'anno successivo coinciò a pubblicare la rivista "Sociometry, A Journal of Interpersonal Relations" che fu un'occasione di contatto con sociologi e psicologi sociali, oltre che con psichiatri e psicologi clinici. Nel 1956 cedette la pubblicazione di questa rivista all'Associazione Americana di Sociologia. Gradualmente Beacon divenne il centro per la formazione di psicodrammatisti e psicoterapeuti di gruppo provenienti da ogni parte del mondo. Tale funzione fu assunta dall'istituto che porta il suo nome e del quale fu aperta una sezione molto attiva a New York City nel 1942. Quest'ultima doveva attrarre, anche durante la seconda guerra mondiale, un costante flusso di visitatori e studenti dall'Europa, il cui numero aumentò sensibilmente dopo la fine del conflitto. Molti di costoro dovevano riportare informazioni sul suo lavoro nei loro paese. Divenne così più urgente per Moreno ritornare in Europa. Ventisei anni dopo la sua partenza dal vecchio continente egli cominciò i suoi numerosi viaggi di ritorno per portare all'attenzione dei colleghi europei la psicoterapia di gruppo e quant'altro di sua competenza gli stava a cuore. La Sorbona gli diede un riconoscimento aprendo un Istituto di Sociometria nel Dipartimento di Sociologia. Questa cooperazione con l'università parigina produsse diverse pubblicazioni. Quindi nel 1954, fu invitato dal Dipartimento di Stato degli USA ad intraprendere un giro attraverso diverse università ed America Houses della Germania Federale. Quello stesso anno incontrò Leopold vov Wiese, e i docenti con gli studenti dell'Università di Colonia - allo stesso modo di quelli di altre università - lo accolsero con grande rispetto. Da allora questi viaggi si realizzarono con frequenza regolare attraverso l'Europa.
Moreno organizzò il Comitato Internazionale di Psicoterapia di gruppo nel 1951, più tardi ampliato e chiamato Consiglio Internazionale di Psicoterapia di Gruppo, il quale divenne responsabile della promozione e dell'organizzazione di una serie di congressi internazionali sulla psicoterapia di gruppo. Prima della sua morte egli potè trasformare questo insieme piuttosto eterogeneo in una più omogenea Associazione Internazionale di Psicoterapia di Gruppo (Internationa Association of Group Psychotherapy - I.A.G.P.), che ora (1976) conta un migliaio di membri di diverse nazioni: fu questo il suo ultimo risultato che ottenne durante il quinto Congresso Internazionale a Zurigo nell'agosto del 1973. Egli non potè vedere ulteriori realizzazioni dei suoi progetti. Nel 1977 il Sesto Congresso Internazionale avvenne a Filadelfia, la stessa città in cui nel 1932 si era tenuta - nell'ambito dell'Associazione Americana di Psichiatria - la prima conferenza di Moreno sui metodi di gruppo; un giusto ritorno 45 anni più tardi.
La vita di Moreno abbraccia periodi di storia pieni di grandi sommovimenti.. Egli rifletteva spesso anche sul fatto di essere stato testimone della nascita e dell'evoluzione di tutte quelle comodità che noi oggi consideriamo scontate, come se fossero sempre state nostro patrimonio: dalla stanza da bagno al telefono, allautomobile, all'aeroplano, alla radio, sino alla televisione e ai veicoli spaziali; per non menzionare gli innumerevoli progressi della fisica, della medicina e della tecnologia. Furono in special modo i sommovimenti sociali, grandi e piccoli, che lo stimolarono a lavorare per trovare soluzioni a livello della salvaguardia e della promozione dei rapporti umani.
E' difficile per i contemporanei valutare i contributi di un uomo. Ma , per quanto riguarda Moreno, possiamo tentare di farlo ponendoci alcuni quesiti. Dove sarebbe la psicoterapia di gruppo senza il suo costante impegno per essa? Che cosa potremmo studiare nei piccoli gruppi senza la strumentalità, la teoria e la filosofia contenute nella sociometria? Chi avrebbe creato lo psicodramma, il sociodramma, il gioco di ruolo e le tecniche relative? Chi avrebbe sviluppato la filosofia del momento creativo, l'idea del fattore di spontaneità, il processo di riscaldamento, il test di spontaneità, il concetto di ruolo, la cristallizzazione culturale come contr'altare della creatività-spontaneità, il tele, il sociogramma, l'atomo sociale, le numerose leggi e ipotesi sociometriche? Chi avrebbe generato queste idee e molte altre riferite all'ambito delle interazioni umane? Possiamo anche riconoscere che non sono ancora state accettate le sue idee sulla relazione dell'uomo con Dio e sull'importanza del giocare il ruolo di Dio, oppure il suo concetto dell'Io-Dio all'interno di ogni uomo. C'è ancora molto da fare per portare il suo pensiero all'ascolto rispettoso che merita.
Alcune delle idee di Moreno sono state assorbite dalla cultura, come è giusto avvenisse. Esse ora sono anonime come quelle del gran numero di ricercatori che ci hanno preceduto e ci hanno dato così tanto. Il frutto delle loro ricerche continua a vivere con noi. Sono pochi coloro il cui nome sarà ricordato attraverso i tempi. Tutti noi probabilmente diventeremo anonimi, passando nell'oblio come individui, anche se desidereremmo quell'immortalità che soltanto pochi raggiungono in piccola parte. Uno di costoro è J. L. Moreno.
Zerka Toeman Moreno, Introduzione allo Psicodramma Moreniano, Boria G., 1979