L’io ausiliario è un partecipante al gruppo che interpreta un ruolo di un personaggio significativo nella vita del protagonista. Questo può essere un ruolo “esterno” al protagonista, come il ruolo di un membro della sua famiglia o di un collega di lavoro, oppure, può essere un ruolo “interno” come un se stesso pauroso, un se stesso bambino o una voce interna. In quest’ultimo caso il ruolo è chiamato “il doppio”. Il doppio aiuta ad esprimere ciò che è inespresso e non è comunicabile a parole. Siccome Moreno credeva che la via regia alla psiche non fosse la parola ma l’espressione non verbale, l’io ausiliario può esprimere attraverso i gesti, la postura, la distanza quei segreti non-detti in relazione col protagonista.
Spesso le persone riescono ad essere più spontanee nel ruolo di qualcun altro che nel proprio. Il cambio di ruolo è il motore che guida ed attiva lo psicodramma. Il ruolo del personaggio significativo è modellato dal protagonista e dal membro del gruppo che lo interpreta.
Attraverso il passaggio cruciale del cambio di ruolo, il protagonista varca la linea di confine del ruolo che abitualmente interpreta nella vita per calarsi nell’identità di un’altra persona, talvolta antagonista. Chi è stato nominato io ausiliario, pur mantenendo il ruolo che gli è stato assegnato, lo interpreta come egli immagina il protagonista lo avrebbe interpretato. Il ruolo è giocato attraverso la sua percezione personale del protagonista.