ROSANNA COSENTINO – ARCHIVISTA
Mi chiamo Rosanna Cosentino della Società Acta Progetti e ho l’onore di essere l’archivista che ha catalogato e organizzato l’archivio di Anne Ancelin Schützenberger. Ho avuto questo incarico da Marco Greco e Maria Cristina Sidoni, della Moreno Museum Association, a cui Anne ha lasciato il suo archivio. Hanno lavorato con me le colleghe Benedetta Gigli e Corinna De Sole.
Nell’estate del 2017, ho anche avuto il piacere di conoscere personalmente Anne: su invito di Hélène, sono infatti andata a trovarla ad Argentière. Mentre cercavo di raccontarle del lavoro che stavamo facendo sul suo archivio, mi teneva la mano e diceva “Très bien!” o “Merci”. E’ un bellissimo ricordo.
Vorrei dire alcune cose sull’archivio, che è stato trasferito a Torino in vari lotti, dal 2015 al 2018 e proviene da luoghi differenti: Parigi, Nizza, Argentière. Hélène Schützenberger subito dopo la morte di Anne ci ha inviato un testo dal titolo Les archives de ma mère, Anne Ancelin Schützenberger, à Turin. Pourquoi? Comment? in cui spiega molto bene le motivazioni della scelta di Torino e il metodo di lavoro di Anne, che si ritrova perfettamente nelle sue carte che ci introducono nel mondo di una donna carismatica, dal carattere forte e tenace.
Il fondo è arrivato conservato in grandi scatole, dove si trova tuttora, e consta complessivamente di circa 60 metri lineari di documentazione dagli anni Trenta a oggi. Il nostro lavoro è iniziato nel 2016.
Al momento attuale è stata completata la schedatura di quasi tutto l’archivio e abbiamo circa 2400 fascicoli e circa 2700 fotografie, oltre a materiale bibliografico, audio e video, supporti informatici (pen drive, hard disk, floppy disk).
La collaborazione con Hélène Schützenberger è stata determinante per elaborare la struttura archivistica in sezioni e serie che aderissero il più possibile alle caratteristiche dell’archivio e alla storia di Anne. Hélène ci ha anche aiutato a conoscere e riconoscere una molteplicità di attori presenti nelle carte di Anne: familiari, amici, parenti, collaboratori, pazienti, colleghi, e di conseguenza abbiamo potuto dare la più giusta collocazione ai documenti anche grazie ai suoi suggerimenti.
Abbiamo dedicato la prima parte dell’archivio ai documenti personali e familiari di Anne: Hélène è venuta a Torino due volte per parlare con noi e visionare come stavamo lavorando. In queste occasioni è anche stata molto generosa nel raccontare eventi personali, intimi, della storia della sua famiglia anch’essi utili per organizzare le carte personali della madre e abbiamo anche ragionato sui criteri per sottrarre alla consultazione carte che hanno un carattere particolarmente privato.
Seguono poi le carte relative alla carriera di Anne e le carte di tutte le sue attività, compresa la sua corrispondenza professionale. Ho cercato di organizzare questa serie sulla base delle varie sfere di attività di Anne.
E’ stato molto complicato organizzare la parte dell’archivio professionale anche per la cospicua presenza di copie di uno stesso documento o articolo: Anne, come ha spiegato Hélène, era solita fare più copie degli stessi documenti, di mail ecc per averli a portata di mano in ogni sua sede di lavoro (Parigi, Nizza, Argentière). Abbiamo comunque deciso di tenerle per dare rilevanza al metodo di lavoro di Anne.
Una sezione a parte è dedicata al materiale bibliografico: moltissimi sono gli estratti da riviste, le bozze editoriali, i capitoli estrapolati da volumi, le recensioni, i ritagli di quotidiani e rotocalchi. Dove possibile li abbiamo inseriti nei fascicoli pertinenti per argomento, per gli altri è stata costituita un’apposita sezione bibliografica in appendice alla schedatura.
Vorrei ancora ricordare la sezione fotografica che copre gli anni dal 1930 agli inizi del Duemila. Come per la corrispondenza, anche qui si riscontra una commistione tra sfera pubblica e privata: insieme a immagini di convegni, congressi e sedute di gruppo ci sono fotografie di Anne con familiari e amici. Dal punto di vista archivistico, per omogeneità di metodo, è stato deciso di separare, ove possibile, le immagini professionali da quelle private. Soggettivamente è stato molto interessante esaminare questi materiali insieme a Hélène, che grazie alle spiegazioni fornite, ci ha permesso di annotare molti dati utili per la descrizione dei soggetti anche perché la maggior parte delle fotografie non reca indicazioni su data, luoghi e nomi delle persone che vi compaiono.
Il lavoro non è ancora concluso: bisogna ancora sistemare l’accorpamento virtuale degli argomenti trattatati in molti fascicoli confrontando le banche dati da noi fatte in periodi diversi, riordinare fisicamente i documenti che dovranno essere di nuovo numerati e inseriti nei faldoni definitivi, redigere l’inventario finale e completo per consentire un’agevole consultazione ai fini dello studio e della ricerca.
Speriamo vivamente che ciò possa accadere al più presto per mettere al servizio del pubblico un archivio scientifico di grande interesse.
Peraltro, come in molti già sapete, l’archivio ha già rivelato le sue potenzialità come strumento di studio e di ricerca: infatti, grazie ai riferimenti reperiti nei documenti, e alla forte determinazione di Maria Cristina Sidoni, Hélène Schützenberger ha richiesto agli archivi della televisione francese un filmato che si considerava perduto: la pellicola in cui J. L. Moreno e Anne Ancelin Schützenberger guidano una introduzione allo psicodramma per gli attori della tv francese, girata nel 1956 con regia di Roberto Rossellini. Il filmato, restaurato dall’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa di Ivrea, è stato recentemente presentato alla Cinémathèque di Parigi nell’ambito del festival toute la mémoire du monde 2018 e a Torino nella sezione documentari fuori concorso del 36° TorinoFilmFestival. E noi archiviste siamo giustamente orgogliose di aver contribuito anche con il nostro lavoro al suo ritrovamento.