Il direttore è una persona formata a questo scopo che aiuta a guidare l’azione scenica. Il direttore è il co-produttore della rappresentazione drammatica della scena, traendo indizi dalle sensazioni che percepisce dalla persona su cui cerca di lavorare. Ecco qui riportati alcuni dei compiti specifici del direttore:
a) Costruire una coesione e favorire un positivo clima di lavoro di gruppo
b) Stimolare ogni singolo membro del gruppo e prepararlo all’azione drammatica
c) Considerare le dinamiche di gruppo e misurare la fluidità dell’interazione all’inizio della sessione
d) Guidare appropriatamente la scelta del protagonista e contemporaneamente prendersi cura degli altri nel gruppo che sono coinvolti, ma non scelti come soggetti della sessione
e) Stabilire una sorta di “contratto” sul lavoro che si svolgerà nella sessione: una preparazione all’azione messa a fuoco in accordo col protagonista
f) Stabilire un’alleanza terapeutica
g) Preparare lo spazio di azione scenica o il palcoscenico sul quale avviene la rappresentazione terapeutica
h) Intervenire nel dare al protagonista sufficiente libertà per scegliere il focus dell’esplorazione
i) Identificare i messaggi non-verbali, così come quelli verbali
j) Ancorare ogni scena ad un appropriato contesto temporale e spaziale
k) Aiutare gli io-ausiliari ad entrare nel ruolo
l) Identificare i temi centrali della messa in scena ed aiutare il protagonista a mostrare al gruppo ciò che succede più che parlarne
m) Utilizzare le tecniche psicodrammatiche come il “cambio di ruolo”, per muovere l’azione dalla periferia del problema al cuore della questione
n) Il cuore della questione può favorire l’emergere della catarsi delle emozioni, l’insight, la catarsi della risata, la catarsi dei contenuti da “integrare”, che il direttore regola appropriatamente
o) Creare una sufficiente sicurezza per il protagonista e per il gruppo
p) Garantire riservatezza per il gruppo e sicurezza fisica
q) Far sì che lo psicodramma sia un processo di gruppo e non una terapia individuale in gruppo
r) Creare una sufficiente vicinanza tra protagonista e gruppo per integrare il materiale portato durante la sessione
s) Aiutare il protagonista a “rientrare” nel gruppo, nella dimensione del “qui ed ora” al termine della sessione
t) Facilitare il feedback di ruolo da parte dei membri del gruppo che hanno interpretato ruoli ausiliari durante la sessione
u) Permettere la catarsi e l’integrazione del materiale emerso ai membri del gruppo che si identificano con il protagonista e possono condividere con lui la propria esperienza personale( sharing)
v) Proteggere il protagonista da risposte o analisi distorte da parte del gruppo e invitare ogni membro del gruppo a condividere proprie simili esperienze o momenti in cui si sente particolarmente coinvolto dalla sessione
w) Condividere col gruppo parte della propria storia personale se ciò è appropriato ai contenuti della sessione